
Le tasse da pagare nel 2025 (Fonte: Canva) - www.cataniaoggi.it
La Lega alza la voce sulla legge di bilancio. Il relatore Claudio Borghi rilancia: “Possiamo vendere le nostre quote del Mes agli altri Paesi per ottenere 15 miliardi”. Ma Giorgetti e Meloni frenano: “Serve rigore e prudenza”.
ROMA – Si accende il dibattito sulla manovra economica 2025. In vista della presentazione degli emendamenti, la Lega torna a dettare la linea e rilancia una proposta destinata a far discutere. «Potremmo vendere agli altri Paesi le nostre quote del Mes per procurarci 15 miliardi da destinare all’abbassamento delle tasse», ha dichiarato il relatore della manovra, Claudio Borghi. L’idea, bollata dalle opposizioni come “una boutade”, rispecchia la volontà del Carroccio di imprimere una svolta espansiva alla politica fiscale del governo.
La proposta di Borghi si accompagna a un’altra “provocazione”: «Liberare risorse cancellando l’assegno di reversibilità per le unioni civili». Dichiarazioni che, più che prefigurare misure concrete, servono a indicare la linea dura della Lega nella trattativa sugli emendamenti. «Stiamo lavorando per ampliare la rottamazione» – ha aggiunto Borghi – «e vogliamo intervenire anche su pensioni e affitti brevi».
Dal fronte governativo, tuttavia, prevale la prudenza. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la premier Giorgia Meloni hanno ribadito che l’obiettivo principale resta quello di «evitare l’assalto alla diligenza» e mantenere la tenuta dei conti pubblici. «È l’anno della verità», ha affermato Meloni da Bari, mentre il vicepremier Antonio Tajani ha invitato alla cautela: «Non ci aiuta chi sostiene che non aiutiamo i più deboli».
Secondo quanto trapela dal Ministero dell’Economia, la manovra punterà su pochi ritocchi mirati e sulle coperture certe. In agenda, tra gli interventi considerati compatibili con l’equilibrio di bilancio, ci sarebbero modifiche sulla tassazione dei dividendi, sgravi fiscali sugli affitti brevi e il possibile sblocco dei crediti d’imposta per le piccole e medie imprese.
Nonostante le cautele del Mef, la Lega insiste su un maggiore intervento sociale. «Durigon sta lavorando sul tema delle pensioni» – ha fatto sapere Matteo Salvini – «e ci sono margini per agire». Il partito del vicepremier mira anche ad ampliare la platea dei contribuenti che potranno aderire alla nuova rottamazione fiscale.
Per Forza Italia, invece, la priorità resta la tutela delle famiglie e delle forze dell’ordine. «No a tasse sulla casa, né aumenti sui dividendi» – ha affermato Antonio Tajani – «Concentriamoci su chi difende il Paese e sulla sicurezza».
All’interno della maggioranza, ogni partito prepara il proprio pacchetto di proposte: Noi Moderati punta sulla detassazione dei libri scolastici e sugli incentivi per gli affitti a lungo termine, mentre Fratelli d’Italia lavora su due fronti: la revisione delle norme sui dividendi e il miglioramento delle regole fiscali sugli immobili. La capogruppo meloniana alla Camera, Ylenja Lucaselli, ha anticipato che il partito si concentrerà su «pochi interventi mirati, ma di grande impatto».
Intanto, il sottosegretario al Tesoro Federico Freni rassicura sulla tenuta dei conti: «Mantenendo l’equilibrio di bilancio, tutte le istanze politiche della maggioranza sono legittime, purché condivise e sostenibili». Una formula che sintetizza la difficile partita tra rigore e consenso che il governo si appresta ad affrontare nei prossimi giorni in Parlamento.
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