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Turano: “La scuola è il primo presidio dello Stato contro la criminalità”

L’assessore regionale all’Istruzione rilascia un’intervista al Giornale di Sicilia in edicola oggi: “Una scuola viva e inclusiva è l’arma più forte contro la mafia e l’emarginazione”.
Investiti oltre 700 milioni per edilizia, dispersione scolastica e innovazione formativa.

PALERMO – In una lunga intervista pubblicata oggi sul Giornale di Sicilia, l’assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano rilancia il ruolo centrale della scuola come strumento di legalità e di riscatto sociale. “Contro la criminalità serve una scuola viva, inclusiva e presidio dello Stato”, ha dichiarato Turano al quotidiano, sottolineando che la sfida educativa in Sicilia deve passare da un sistema formativo moderno, aperto e vicino ai giovani.

«Viviamo un momento difficile e triste – afferma Turano nell’intervista al Giornale di Sicilia – soprattutto a Palermo e in altre aree dell’isola. La scuola oggi ha un compito fondamentale: ricostruire la fiducia, restituire libertà e offrire ai giovani un mestiere, un ideale e una comunità». L’assessore cita l’esempio di San Giovanni Bosco come modello di educazione capace di trasformare i bisogni sociali in opportunità di crescita e di civiltà.

Nell’intervista, Turano evidenzia come il governo regionale abbia investito oltre 700 milioni di euro per l’edilizia scolastica, la dispersione, l’apprendistato e le aule immersive, finanziando progetti di innovazione e inclusione. “Dalle aule immersive all’apprendistato – spiega al Gds – abbiamo puntato su una scuola che unisca formazione e lavoro, rendendo i giovani protagonisti del loro futuro”.

Turano, nell’intervista pubblicata oggi sul Giornale di Sicilia, sottolinea inoltre che l’obiettivo è “una scuola capace di aprirsi al territorio, alle famiglie, al mondo produttivo”. Da Palermo a Siracusa, da Ragusa a Messina, l’assessore ha incontrato docenti e dirigenti scolastici per raccogliere idee e testimonianze. “La partecipazione è ampia – racconta – e il confronto è vivace. Serve una scuola che ascolti e che diventi punto di riferimento civico”.

Un tema centrale dell’intervista è anche quello della legalità. “L’educazione e la formazione sono le armi più potenti contro la mafia”, afferma Turano, ribadendo che “la scuola deve tornare ad essere presidio dello Stato, capace di creare cittadini consapevoli e liberi”. In questo senso, spiega, “abbiamo stanziato fondi anche per il contrasto alla dispersione, al bullismo e al cyberbullismo, con oltre 10 milioni di euro per la didattica immersiva e per la sicurezza scolastica”.

L’assessore al Giornale di Sicilia rivendica i risultati ottenuti con il programma “Scuole aperte per il territorio”, che destina 27 milioni a progetti di inclusione e contrasto alla povertà educativa. “Le scuole devono diventare centri di vita e di comunità – afferma – non solo luoghi di lezione. Ogni istituto deve essere un punto di incontro tra istituzioni, famiglie e giovani”.

Guardando al futuro, Turano spiega al Gds che la Regione punta su innovazione, competenze digitali e percorsi professionalizzanti. “La Sicilia del domani si costruisce con i giovani di oggi – dichiara –. Investire nella formazione significa combattere la criminalità e creare lavoro stabile e dignitoso”.

Nell’intervista, Turano conclude con un messaggio rivolto agli studenti: “Abbiate fiducia nel sapere e nel merito. Studiare è un atto di libertà, non di sudditanza. La scuola vi appartiene: difendetela, rendetela viva. È questa la lezione più grande che possiamo dare al Paese”.

Le parole dell’assessore, raccolte oggi dal Giornale di Sicilia, si inseriscono in un più ampio dibattito sulla scuola come strumento di contrasto alla criminalità e all’abbandono, riaffermando il ruolo dell’istruzione come primo presidio civile e morale dello Stato.

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Redazione