Sarà intitolata al Beato Rosario Angelo Livatino, magistrato ucciso dalla mafia nel 1990 e proclamato martire della giustizia e della fede, l’attuale via Belfiore nel quartiere San Cristoforo di Catania. La proposta, avanzata dal vicepresidente vicario del Consiglio comunale Riccardo Pellegrino, è stata approvata all’unanimità dall’aula con 22 voti favorevoli.
L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi a Palazzo degli Elefanti alla presenza del giudice Nunzio Sarpietro, già presidente dei Gip di Catania, di Francesco Pennisi, ex ispettore della polizia penitenziaria, dell’ex ispettore della Polizia di Stato Pino Vono, del presidente del I Municipio Francesco Bassini, delle dirigenti scolastiche Enza Ciraldo e Maria Paola Iaquinta, e della rappresentante dell’ente di formazione Eris, Fede Guttadauro.
«Trasformare una via tristemente nota per le faide mafiose in un luogo che porta il nome di un servitore dello Stato è un gesto che intende affermare un messaggio forte di legalità. È un segnale di riscatto per il quartiere e per l’intera città», ha dichiarato Pellegrino, sottolineando anche il valore civile e morale di questa intitolazione in un’area dove insistono numerosi beni confiscati alla criminalità organizzata.
«Sono felice – ha aggiunto – della presenza delle istituzioni, della scuola e del mondo associativo: un fronte unito per ribadire il nostro impegno condiviso contro la criminalità e per la promozione della legalità». L’iniziativa, anticipata lo scorso 15 maggio durante un incontro con i residenti nella parrocchia di via delle Salette, assume un significato particolare anche per le vicende personali e familiari dello stesso Pellegrino: «Conoscete la mia storia. Io, fratello di un condannato per mafia, voglio dare un segnale».
Il giudice Sarpietro ha ricordato l’importanza del lavoro di Livatino nella confisca dei patrimoni mafiosi, ancora oggi strumento fondamentale nella lotta alla mafia. Rivolgendosi agli studenti presenti, ha affermato: «Libertà, legalità e democrazia sono i cardini della nostra società. Quando anche uno solo di questi principi viene meno, l’intero sistema rischia di crollare».
Toccante la testimonianza di Samuele Marletta, giovane del quartiere San Cristoforo, che ha raccontato il proprio percorso di riscatto: «Ho sbagliato e me ne vergogno, ma voglio dirvi che la strada non ha senso. Ti lascia solo dispiaceri e fa soffrire anche i tuoi cari. Il lavoro, invece, ci rende persone migliori e davvero libere».
La cerimonia ufficiale di intitolazione a Rosario Livatino si terrà nei prossimi mesi, non appena la Commissione Toponomastica avrà ratificato la delibera del Consiglio comunale. «Quel giorno – ha concluso Pellegrino – sarà una festa di comunità, con il coinvolgimento delle istituzioni, delle scuole e dei cittadini».