Ruggero Razza
Non soltanto Ucraina e Gaza. La vera sfida per l’Italia e per l’Europa è saper gestire i flussi migratori in modo ordinato e, al tempo stesso, attrarre investimenti e accordi di cooperazione con il cosiddetto “Mediterraneo allargato”: Medio Oriente ed Emirati Arabi, partner strategici in un sistema di relazioni che si vuole libero da logiche coloniali. È la chiave di lettura proposta da Ruggero Razza, eurodeputato di Fratelli d’Italia e presidente della delegazione parlamentare per le relazioni con i Paesi del Maghreb, che ha appena pubblicato per Bonfirraro Editore il saggio Il Piano Mattei. Lo racconta lo stesso eurodeputato in un’intervista rilasciata al quotidiano locale La Sicilia.
Razza sottolinea come il governo guidato da Giorgia Meloni abbia riportato l’Italia «al centro del Mediterraneo globale», individuando nello Stretto di Messina un nodo cruciale per gli scambi. «Oggi – afferma – il 20% del traffico mondiale e il 60% di quello energetico passa dal Mediterraneo. Per questo servono porti, ferrovie e collegamenti intermodali all’altezza. Se ne sono accorti tutti, persino la Cina». Il Piano Mattei, secondo l’eurodeputato, sta facendo da stimolo per la strategia europea del Global Gateway. Bruxelles ha messo in campo 60 miliardi per l’Africa e 20 miliardi dalla Bei. Ma, osserva Razza, l’Europa ha perso tempo: «Ha rallentato a Est, rendendosi dipendente da Cina e Russia. Ora bisogna cambiare rotta e guardare al Sud».
Un ruolo centrale è affidato al progetto Elmed, cavo energetico sottomarino tra Tunisia e Sicilia, che permetterà all’Europa di ricevere energia rinnovabile dal Nord Africa. «Con Tunisia e Algeria – aggiunge – sono stati firmati accordi in agricoltura e scambi di intelligence, oltre a intese per la formazione professionale». E guardando al futuro, Razza sottolinea che l’Italia, anche grazie alla premier Meloni, ha saputo imporre il tema del Mediterraneo nell’agenda europea: «La Commissione ha cambiato approccio e, se i leader politici sapranno sostenerlo, il Mediterraneo diventerà la priorità per il futuro dell’Unione».