
Il municipio riparte dopo lo scioglimento per mafia tra controlli, verifiche e attesa delle motivazioni
Il Comune di Paternò vive ore di fibrillazione all’indomani dello scioglimento per infiltrazioni mafiose deliberato dal Consiglio dei Ministri. Nei corridoi del palazzo di piazza della Regione si respira un’atmosfera sospesa, dove la routine amministrativa si intreccia con il peso di una decisione destinata a segnare la storia politica cittadina.
All’alba del loro primo giorno, i commissari prefettizi si sono insediati senza indugi. In testa, la dirigente comunale Loredana Torella, subentrata nello spazio che fino a pochi giorni fa era occupato dal sindaco Nino Naso e dalla sua Giunta. Il Ministero dell’Interno ha affidato il compito al Prefetto a riposo Santi Giuffrè, figura che nella sua carriera ha dedicato particolare attenzione alla lotta al racket e all’usura.
Al suo fianco, i colleghi Rosanna Maugeri, viceprefetto di Ragusa, e Gaetano D’Erba, dirigente della Prefettura di Siracusa. Una squadra chiamata a ristabilire piena legalità amministrativa dopo la decisione più traumatica che possa colpire un ente locale: l’azzeramento totale di sindaco, Giunta e Consiglio comunale.
La mattinata è stata scandita da incontri operativi: prima la riunione con il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Paternò, Marco Savo; poi un passaggio sull’analisi degli atti deliberativi, con particolare attenzione alle festività appena concluse e alla gestione dei prossimi appuntamenti cittadini. Fra questi, la festa in onore della Santa Patrona, Barbara, che richiede un immediato coordinamento per evitare ritardi o criticità organizzative.
I commissari hanno inoltre incontrato tutti i dipendenti comunali nella biblioteca civica, per chiarire la linea amministrativa delle prossime settimane. Intanto, si attende di conoscere nel dettaglio le motivazioni alla base dello scioglimento per mafia, redatte su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Un atto che contiene informazioni sensibili e che, come sempre accade in casi analoghi, rimane coperto da riservatezza fino alla comunicazione formale.
Parallelamente, partirà la verifica che accerterà la possibile incandidabilità degli amministratori coinvolti. La normativa vigente stabilisce che, qualora venga riconosciuta una responsabilità significativa, il divieto di candidatura si estenda per due turni elettorali consecutivi.
Per la politica cittadina, intanto, si apre una fase completamente nuova: le forze locali si interrogano sulla ricostruzione del consenso, mentre il territorio attende segnali di stabilità e una chiara direzione istituzionale per affrontare i mesi che precedono il ritorno alle urne.
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