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Palma d’Argento 2025, Acireale illumina la forza silenziosa del volontariato

Giovedì 24 luglio Piazza Duomo si è trasformata in un palcoscenico di emozioni e gratitudine collettiva: la quinta edizione della Palma d’Argento al Volontariato—cuore dei festeggiamenti in onore di Santa Venera, patrona della città e della diocesi—ha riunito istituzioni civili, comunità ecclesiale e Terzo Settore in un abbraccio di fede e impegno sociale. In apertura della cerimonia, circa 70 volontari di oltre 30 organizzazioni del Terzo Settore hanno preso parte al tradizionale corteo con l’offerta della cera, sfilando dalla chiesa di Gesù e Maria fino alla Basilica Cattedrale, accompagnati dai propri stendardi. Il gesto, carico di simboli, ha idealmente congiunto la carità antica della santa con quella quotidiana dei volontari. Sul palco, guidato dal presentatore Ruggero Sardo, scorrono testimonianze e musica. I riflettori si puntano su Fabrizio Pregliasco, medico, accademico e volto rassicurante durante la pandemia, e su Emiliano Abramo, responsabile siciliano della Comunità di Sant’Egidio, nuovi insigniti della Palma d’Argento 2025. A consegnare il riconoscimento ad Abramo è lo stesso vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, presenza che sottolinea il legame indissolubile fra Chiesa locale e Terzo Settore.

Pregliasco guarda alla “forza dei numeri” del volontariato: «300.000-400.000 persone che sono attente alla propria comunità nei bisogni contingenti, nelle emergenze. Io credo che sia un elemento importante far crescere questa consapevolezza di essere comunità. Tutto quello che sta succedendo nel mondo ci inquieta, ma spero che la storia ultracentenaria di impegno volontaristico continui grazie a persone che hanno voglia di costruire una comunità. Quindi, davvero, un grazie per questa onorificenza». Abramo, invece, allarga l’orizzonte al futuro: «Io credo che noi dobbiamo riappropriarci del nostro futuro e non lasciarlo, soprattutto, a chi pensa che sia necessariamente guerra o indifferenza. Premiare il volontariato profuma delle cose di Dio, e dentro i festeggiamenti di Santa Venera accende un senso di emulazione che può diventare speranza per tanti. Lo ricordiamo: questo è l’anno del Giubileo della Speranza».

Il presidente del CSVE, Salvatore Raffa, richiama la tradizione della santa come modello per il presente: «Abbiamo voluto—e mi fa piacere che in piazza ci siano tanti volontari—dedicare uno spazio che parte dalla storia della nostra città, la stessa che vide Santa Venera aiutare chi aveva bisogno. Su quell’esempio, in punta di piedi, i volontari danno ogni giorno risposte a chi vive nella necessità. Il volontariato è una risorsa che va valorizzata; attraverso le personalità premiate vogliamo che questo riconoscimento arrivi a tutti: non è un premio alla persona, è un premio al volontariato».

Il Terzo Settore siciliano coinvolge circa 250 mila cittadini, oltre 30 mila dei quali solo nella provincia di Catania. In un’area dove fragilità economiche e sociali s’intrecciano, l’azione volontaria rappresenta un vero “ammortizzatore di comunità”, generando fiducia, partecipazione e coesione sociale. Dall’assistenza sanitaria ai banchi alimentari, dai percorsi di inclusione per i migranti alle iniziative culturali, le associazioni suppliscono alle carenze dei servizi pubblici e costruiscono reti di sostegno che si rivelano decisive nelle emergenze. A sigillare la serata, il “Concerto delle Cantate – Omaggio a Venera Patrona” ha unito la Cappella Musicale della Reale Cappella Santa Venera, il Coro lirico Opera Mundi e l’Orchestra di Fiati “Giuseppe Verdi”, offrendo un finale capace di intrecciare arte e devozione con struggente intensità. Quando le ultime note si sono spente, la palma d’argento rifletteva ancora le luci calde del sagrato: simbolo di resilienza, segno tangibile di una speranza che—grazie ai volontari—continua a mettere radici profonde nel tessuto sociale di Acireale.

Il clima di partecipazione è proseguito venerdì 25 luglio, vigilia della solennità di Santa Venera, con il Giubileo dei Sindaci, dei Pubblici Amministratori e delle Forze dell’Ordine, uno degli appuntamenti più sentiti del programma religioso-civile. Dopo la Statio nella chiesa di San Rocco, il corteo processionale ha raggiunto Piazza Duomo, dove mons. Raspanti ha presieduto la concelebrazione eucaristica accanto al cardinale Paolo Romeo, al vescovo di Aosta Franco Lovignana, al canonico don Mario Fresta, ai membri della Deputazione della Reale Cappella e alle autorità civili e militari. Nell’omelia il presule ha ricordato la “verità radicale del martirio”, invitando amministratori e forze dell’ordine a «reggere l’equilibrio fra fermezza e misericordia» e a governare «con rettitudine di coscienza, responsabilità e preghiera». «Dio non chiede l’impossibile—ha concluso—ma di trasformare la realtà con giustizia, misericordia e speranza. Santa Venera è testimone di questa tenacia».

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Published by
Alfio Musarra