Università Catania
La vicenda è stata raccontata oggi da La Sicilia nell’intervista al protagonista, Giovanni Luca Romano, 39 anni, catanese, professore associato di Farmacologia in un ateneo privato siciliano. Dopo un percorso accademico arricchito da esperienze all’estero e numerose pubblicazioni, nel 2024 Romano ha superato il test di ammissione ed è entrato nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania, puntando a conseguire un secondo titolo. Come prassi, ha chiesto la convalida dei crediti relativi alle discipline di base (biologia, chimica, microbiologia, biochimica, patologia generale ecc.) presentando il proprio curriculum. La Commissione tecnica affari correnti del corso di laurea, composta da cinque docenti interni, ha però riconosciuto soltanto Farmacologia, giudicando «obsolescenti» gli altri insegnamenti. Romano sottolinea l’anomalia: la Farmacologia si colloca al quinto anno e risale al 2010, mentre le materie del primo anno non soggiacciono normalmente alla scadenza.
Respinto il primo elenco, il docente ha presentato ricorso cautelare al Tar di Catania (avv.ti Simona Santoro e Francesco Marino) per poter seguire, con riserva, le lezioni del secondo semestre del terzo anno. Il Tar ha ordinato all’Ateneo di riesaminare la pratica; il secondo esame, concluso a marzo 2025, ha confermato il diniego con una nuova motivazione: taluni insegnamenti non sarebbero convalidabili se non sostenuti all’interno del corso di Medicina. Romano osserva che non esiste giustificazione esplicita per questa restrizione: «Come dire che un esame di Diritto a Scienze politiche non vale a Giurisprudenza». Trasferirsi altrove non è un’opzione: «Vivo a Catania, perché dovrei spostarmi se qui vige un criterio particolarmente severo?».
Intanto il contenzioso prosegue. L’udienza di merito è fissata al 1° ottobre, ma il Tar con ordinanza del 19 giugno ha già imposto a Unict di consentire – con riserva – la frequenza integrale del terzo anno. L’Ateneo, tuttavia, non ha aperto l’accesso a lezioni, tirocini né esami. Ne è scaturita una nuova istanza: il Tar ha accolto la richiesta, definendo «inconferenti» le obiezioni universitarie e indicando come commissario ad acta il direttore generale dell’Università di Messina, Pietro Nuccio, per sostituire l’amministrazione inadempiente. Romano ha quindi sostenuto e superato, davanti a testimoni, l’esame di Medicina di Laboratorio e Diagnostica integrata con 28/30; l’esito non risulta però caricato sul portale studenti né certificato su carta. «Mi ritrovo in una sorta di limbo», spiega. Solidarietà? «Alcuni colleghi comprendono la situazione, ma sono dipendenti di Unict e hanno margini limitati».
Ad oggi il professore conta quattro provvedimenti cautelari favorevoli del Tar e un decreto del Cga; l’Università ha impugnato l’ultima ordinanza e l’udienza è fissata al 16 luglio. «Provo amarezza – conclude –. Non chiedo scorciatoie: solo il riconoscimento delle materie di base, identiche in molti corsi di laurea. Andrò avanti fino in fondo».