Aperturedestra

Criminalità transnazionale, a Messina confronto tra istituzioni italiane ed europee

“Questo convegno vuole essere fonte di ispirazione per gli impegni legislativi importantissimi che ci aspettano al Parlamento europeo”. Con queste parole l’europarlamentare Giuseppe Antoci, presidente della Commissione Politica Dmed, ha aperto i lavori all’Università di Messina, dove si è svolto l’incontro dal titolo “Criminalità nazionale e transnazionale: strumenti e obiettivi in Italia e in Europa”. Antoci ha ricordato come a breve siano attese novità normative: “A gennaio-febbraio il commissario Brunner – prosegue – dovrebbe portare la rivisitazione della 2008, una norma troppo datata rispetto ai movimenti e alla corsa che le associazioni criminali transnazionali fanno soprattutto sull’aspetto delle tecnologie. Noi vogliamo ripartire da qui, come hanno fatto nel 1955 con la Carta di Messina vogliamo essere fonte di ispirazione. Vorremmo poter dire domani che qualcosa che abbiamo fatto, anche sotto il profilo legislativo, l’abbiamo pensata e discussa in questo luogo magnifico che è il rettorato dell’Università di Messina con la sua storia e la sua forza culturale”.

Il parlamentare europeo ha poi messo in guardia sui rischi legati alle risorse del Pnrr: “Gli appetiti delle mafie sono cambiati, lo abbiamo visto: dove ci sono soldi loro arrivano e in questo momento il Pnrr potrebbe diventare un bottino facile, potrebbe essere un danno così grande da far tornare indietro di trent’anni la lotta alle mafie, quindi bisogna alzare le asticelle, bisogna comprendere che ci sono delle cose che sono nate in Italia che sono nate dal sangue: la nostra normativa antimafia è la migliore d’Europa e del mondo, quella deve essere anche quella fonte di ispirazione e noi pensiamo che nella rivisitazione della 2008 debba albergare necessariamente e finalmente il reato associativo, ce la metteremo tutta affinché questo venga compreso”.

Un appello forte, al quale si sono aggiunte le parole del procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Mellillo, che ha sottolineato come oggi “si registrano tracce sempre più evidenti di una mafia transnazionale che opera a livello europeo. Per questo diventa necessario creare una legislazione capace di combattere il fenomeno in maniera uniforme tra i diversi Stati. Occorre soprattutto rafforzare e sviluppare l’applicazione degli strumenti di cooperazione internazionale già esistenti, che rappresentano fortunatamente un legame solido con gli altri Paesi europei. Tuttavia, la dimensione globale del pericolo rende la sfida molto più complessa”.

Mellillo ha poi aggiunto: “Questo convegno è importante perché costituisce un’occasione di riflessione e confronto su questioni che, mai come ora, risultano attuali e urgenti. Oggi assistiamo a processi di integrazione tra strutture criminali originariamente diverse: dal narcotraffico al plagio, fenomeni che si intrecciano e si rafforzano in modo sempre più preoccupante. Le organizzazioni criminali, inoltre, si avvalgono in maniera massiccia delle nuove tecnologie, il che comporta l’uso di tecniche di simulazione e di occultamento sempre più difficili da contrastare”.

Un forte richiamo è arrivato anche dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, intervenuta a Messina: “Le leggi italiane, quello che ha vissuto questo Paese ci ha insegnato molto. E sulla base di tutto questo noi vogliamo fare delle leggi per tutta l’Europa, portando avanti la lotta contro questo male, perché in Europa queste non abbiano posto. Non è possibile accettare e tollerare la criminalità transnazionale e faremo di tutto per abbatterla”.

Metsola ha ricordato che “il Parlamento europeo ha sostenuto con convinzione la direttiva sul recupero e la confisca dei beni, una normativa storica ispirata al modello italiano che rafforza i nostri strumenti comuni per colpire i patrimoni illeciti e restituirli alla società. Iniziative come queste ci insegnano quanto l’armonizzazione rappresenti un valore aggiunto quando si parla di crimini che superano i confini nazionali. La criminalità organizzata prospera sulle falle create da normative non allineate, si insinua nei diversi sistemi giuridici, sfrutta le incoerenze ed elude i controlli. Dobbiamo e possiamo fare di più”.

La presidente ha poi rivolto un pensiero alle vittime della mafia: “La lotta alla criminalità organizzata è per noi una assoluta priorità. Continueremo a difendere con fermezza la dignità di chi ha sacrificato la propria vita per lo Stato di diritto, tra loro Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Cesare Terranova, gli agenti della scorta, i giornalisti e tutti coloro che hanno coraggiosamente perso la loro vita”. Al convegno è intervenuto anche il procuratore di Messina, Antonio D’Amato, che ha parlato del ponte sullo Stretto: “Sul tema del ponte sullo Stretto ho già avuto modo di replicare in passato, ribadendo che, qualora davvero ripartissero i lavori, sarebbe indispensabile garantire a tutte le strutture e ai presidi di legalità presenti sul territorio le risorse necessarie per poter svolgere pienamente la loro funzione di contrasto. Un’opera di questa portata non può infatti prescindere da un solido presidio di legalità”.

Il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, ha messo in evidenza i rischi legati alla Procura europea (Eppo): “Eppo corre il rischio di creare un cortocircuito in ordine alla possibile mancata circolazione di informazioni a livello internazionale, e questo è un lusso che nessuno può permettersi, né l’Italia, né l’Europa. Il sistema italiano, basato sul ruolo e sull’azione penale delle procure distrettuali e sul ruolo di coordinamento della Direzione nazionale antimafia, invece, è avanzato su questo aspetto. Per questo la procura europea va sviluppata, curata e apprezzata, ma anche ripensata nei suoi aspetti organizzativi e di funzionamento”.

Infine, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ricordato: “L’Italia è in prima linea come riferimento di metodologie e argomenti normativi nel contrasto al crimine organizzato transnazionale. Anche la proposta di definizione di crimine organizzato transnazionale si inserisce in un dibattito che si alimenta della visione italiana in merito ai reati associativi. Su questo aspetto che riguarda anche la lotta al traffico di droga e al cybercrime non c’è più una collisione tra visione europea e quella italiana, ma un lento avvicinamento. Sono molto fiducioso”.

Sul tema del ponte, Piantedosi ha aggiunto: “Non ci sfugge il rischio di infiltrazioni mafiose nella realizzazione del ponte di Messina. E non solo perché si fa in Sicilia e in Calabria, sarà una grande occasione per fare capire a tutti che l’Italia è in condizione di farlo senza cedere al pericolo che i lavori di realizzazione siano intaccati, inquinati da interessi criminali. Noi stiamo cercando di valorizzare una esperienza. E sono molto ottimista sulla capacità del nostro sistema di intercettare ogni tentativo di intromissione”.

Share
Published by
Redazione