A Catania, sulle note della canzone “Cuore” di Jovanotti – dedicata a Giovanni Falcone dopo la strage di Capaci – si è svolta una partecipata tavola rotonda promossa dall’associazione antimafia “Alfredo Agosta” e dall’Università di Catania, dal titolo “Interessi economici della criminalità organizzata: strategie di contrasto”. All’evento hanno preso parte centinaia di studenti liceali e universitari, con l’obiettivo di approfondire il legame tra mafia ed economia e fornire ai giovani strumenti per interpretare la realtà e superare gli stereotipi legati alla presenza mafiosa in Italia. Tra i relatori principali, il procuratore Francesco Curcio e il generale Giovanni Truglio, comandante interregionale dei carabinieri Culqualber, che hanno sottolineato come oggi le organizzazioni criminali si comportino come vere e proprie macchine per fare soldi, puntando sempre più al controllo dell’economia e meno all’uso della violenza.
Curcio ha richiamato l’attenzione sull’importanza del contrasto patrimoniale, della qualità delle indagini e di una guida giudiziaria capace di intercettare i reati economici. Ha anche denunciato la debolezza dello Stato di fronte alle multinazionali che gestiscono dati e interessi economici in Italia senza rispettare pienamente le regole. Il generale Truglio ha invece evidenziato come la mafia moderna si sia trasformata in una realtà imprenditoriale, che alimenta la propria ricchezza sfruttando le fragilità sociali. Secondo entrambi, è fondamentale rafforzare la legalità, riformare il sistema penale e penitenziario e investire nell’educazione delle nuove generazioni. A fare gli onori di casa sono stati i docenti della Facoltà di Giurisprudenza, insieme al presidente dell’associazione Carmelo La Rosa, che ha ribadito l’importanza della diffusione della cultura della legalità come presidio contro le mafie.