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Tragedia a San Gregorio: revolver in mano per fermare una lite, muore il figlio ventitreenne

Nella notte tra lunedì e martedì una festa di compleanno in una villa di via Bellini si è trasformata in dramma. Secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori del Nucleo Radiomobile di Gravina, coordinati dal sostituto procuratore Rocco Liguori, Natale La Verde, 62 anni, avrebbe impugnato un revolver calibro .357 Magnum e sparato quattro colpi per sedare un alterco fra alcuni invitati. Uno dei proiettili ha raggiunto mortalmente il figlio Carlo, 23 anni; un altro ha ferito alla gamba un trentenne, dimesso dall’ospedale con quindici giorni di prognosi.

La villa, utilizzata abitualmente dalla famiglia La Verde per eventi privati che, stando agli accertamenti in corso, sarebbero stati organizzati in nero, era gremita di giovani. Verso le 23, come pattuito, Carlo avrebbe annunciato la chiusura della serata allo scoccare della mezzanotte. Alcuni partecipanti – descritti da testimoni come “imbucati” e particolarmente facinorosi – avrebbero reagito con insulti e spinte. Temendo l’escalation, il ragazzo avrebbe chiesto al padre di chiamare i carabinieri, la cui stazione dista poche centinaia di metri; l’uomo, per ragioni non ancora chiarite, avrebbe rifiutato.

Secondo l’accusa, Natale La Verde avrebbe quindi recuperato l’arma, regolarmente detenuta ma non utilizzabile in quell’occasione, ed esploso due colpi in aria per intimidire i presenti. Nel caos che ne è seguito Carlo, assieme ad alcuni amici, avrebbe tentato di disarmarlo; altri due colpi sarebbero partiti, uno dei quali ha centrato in pieno il giovane, rivelandosi fatale nonostante i tentativi di rianimazione del 118.

Dopo l’esplosione dei colpi molti invitati sono fuggiti, mentre alcuni avrebbero aggredito verbalmente gli operatori sanitari, danneggiando un’ambulanza. Sull’episodio di violenza ai soccorritori è intervenuto il presidente del Seus 118 Riccardo Castro, parlando di «ennesimo atto intollerabile». Il sindacato CoES Sicilia ha indetto per domani, 1° maggio, un simbolico sciopero di tre ore: gli equipaggi applicheranno un adesivo di protesta ai mezzi, garantendo comunque il servizio.

I rilievi balistici e scientifici sono stati eseguiti dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando provinciale dei carabinieri. L’indagato, fermato nell’immediatezza, è ora in carcere con l’ipotesi di omicidio volontario; spetterà alla Procura, guidata dall’aggiunto Fabio Scavone, chiarire proprietà dell’arma e responsabilità effettive. Gli inquirenti stanno raccogliendo le testimonianze degli invitati, visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e verificando eventuali irregolarità nell’attività di affitto della villa.

Resta l’incredulità della comunità di San Gregorio, dove Natale La Verde era considerato «una persona perbene e di ottima famiglia». L’interrogativo principale, ora, è capire perché non abbia scelto la via più semplice – una telefonata ai carabinieri – invece di un gesto che ha spezzato la vita di suo figlio e segnato per sempre la sua.

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Redazione