Il presidente della Regione Renato Schifani e Mario Barresi
La Regione Siciliana archivia la manovra-ter e guarda all’autunno con un messaggio netto del presidente Renato Schifani: «In Sicilia nuove entrate per 4 miliardi, disavanzo azzerato». «L’Isola gode di salute finanziaria mai vista: ora il coraggio di una visione più espansiva», annuncia il governatore della Sicilia Renato Schifani in una lunga intervista rilasciata in esclusiva al quotidiano “La Sicilia” a firma di Mario Barresi, oggi in edicola con una nuova grafica. Il governatore, spiega, che dal prossimo bilancio le previsioni d’entrata saranno «meno prudenti» per programmare meglio la spesa.
I numeri arrivano dall’Economia: oltre quattro miliardi di entrate extra dall’insediamento del governo regionale (1,5 miliardi nel 2023, 1,6 nel 2024 e analogo trend nel 2025), parte dei quali già usati per ripianare il disavanzo. Sul fronte sviluppo, Schifani rivendica «dati incontrovertibili» su occupazione, Pil e rating e ricorda la “fiscalità di sviluppo” come volano competitivo per l’Isola. Capitolo infrastrutture. Per le strade, la A19 Palermo-Catania – di cui il presidente è commissario – è interessata da lavori per 900 milioni, mentre avanzano i cantieri su Messina-Catania, Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta; sul ferro procede l’alta capacità Palermo-Catania-Messina e sono stati destinati oltre 100 milioni alle provinciali. «La Sicilia oggi è un cantiere in piena attività: entro pochi anni si presenterà già pronta a sfruttare il Ponte, che mi piacerebbe fosse intitolato a Silvio Berlusconi», afferma. Sugli aeroporti, Schifani benedice la privatizzazione: Palermo ha avviato l’iter sotto la guida del nuovo ad Battisti; a Catania si attende la definizione dei vertici Sac; Comiso ha aggiudicato la continuità territoriale per Roma e Milano e riceve quasi 47 milioni dai fondi Fsc.
Rifiuti e acqua restano priorità. «Assolutamente sì» i termovalorizzatori, con gara Invitalia e obiettivo entrata in funzione entro fine 2028; sui dissalatori, riattivati gli impianti di Porto Empedocle (100 l/s da metà agosto), Gela e Trapani, mentre a Palermo si punta su due progetti in project financing: «quest’estate la crisi s’è ridimensionata, dalla prossima ritengo che la fase emergenziale sarà conclusa». In sanità, il piano della nuova rete – preparato dall’assessora Faraoni – sarà in commissione a settembre e poi in giunta. Tra le scelte, la salvaguardia della cardiochirurgia pediatrica di Taormina e 66 milioni per abbattere le liste d’attesa.
Sul versante politico, Schifani rivendica il metodo che ha portato al via libera della manovra, limitando il voto agli emendamenti della Bilancio: «D’accordo con il presidente Galvagno ho condiviso un metodo: votare soltanto gli emendamenti al testo esitato dalla commissione Bilancio». Sui “franchi tiratori”: «Ho provato ad analizzare i numeri… come se ci fosse dietro una regia che abbia aggregato e organizzato i franchi tiratori». Ma non si sente ostaggio: «Se qualcuno pensa di indebolirmi con giochini di palazzo si sbaglia. La mia forza è il consenso che nasce dai risultati del mio governo».
L’autunno porterà in Aula la stretta sul voto segreto: «Alla ripresa estiva, in accordo con il presidente dell’Ars, ho intenzione di portare in Aula una riforma… abolire il voto segreto, mantenendo le sole ipotesi autorizzative previste da Camera e Senato».
Capitolo alleanze. Nello scontro Cuffaro-Lombardo, il presidente non si schiera: «…Ma io a questo gioco non ci starei… mi auguro che questa conflittualità… possa finire». Sul ritorno in giunta: «Luca, ottimo assessore all’Agricoltura… riavrà anche la delega ai rapporti con il parlamento». E smentisce corsie preferenziali: «Non ci sono assi privilegiati nella maggioranza». Su Cateno De Luca: «No, nella maniera più assoluta» l’ingresso in maggioranza.
Quanto all’inchiesta palermitana che coinvolge Galvagno e l’assessora Amata, il presidente resta garantista e respinge le dimissioni automatiche: «Secondo me no, valendo il principio della presunzione di non colpevolezza sino a sentenza definitiva». Sul futuro, nessun annuncio: «In politica non c’è nulla di scontato… al momento giusto, partendo da questi presupposti, si deciderà tutti assieme».