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Sammartino torna in giunta: «Un’amarezza lunga 17 mesi. Ora penso allo Schifani bis»

Un ritorno atteso, accolto con sorrisi e strette di mano nei corridoi di Sala d’Ercole. Dopo diciassette mesi di assenza forzata, Luca Sammartino rientra al governo regionale e riprende il suo posto accanto al presidente Renato Schifani. La formula di giuramento, pronunciata davanti all’Aula, segna ufficialmente la sua riconferma come vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura e alla Pesca. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni: applausi, abbracci e l’immediata curiosità dei cronisti, a cui il nuovo assessore illustra la rotta per i prossimi mesi. «Dopo tanti anni di buone intenzioni – osserva – è stato il governo Schifani a portare all’Ars la riforma e l’Ars ha deciso di bocciarla. Ripartendo da quel testo ci confronteremo con le associazioni e i sindacati per apportare le modifiche necessarie e riproporremo la riforma in parlamento». Una dichiarazione che indica chiaramente la priorità: i consorzi di bonifica.

Alle domande sul procedimento giudiziario che lo ha tenuto lontano dalla giunta, Sammartino non si sottrae: «Ho vissuto questi 17 mesi con grande amarezza – osserva – Sono certo che alla fine di questo procedimento penale la verità verrà fuori».

Il ritorno segna la conclusione di una fase difficile e l’avvio di un nuovo capitolo politico. «Ripartiamo dalle emergenze idriche, dal sostegno agli agricoltori e ai pescatori – ha dichiarato –. Saranno mesi di lavoro serrato, in cui non si scherzerà con le esigenze della produzione primaria siciliana». L’ex delegato ai rapporti con il Parlamento sceglie toni concilianti e rassicuranti: «Non credo ci sia bisogno di particolari strategie di regia in aula. Ringrazio il presidente Schifani che in questo periodo mi è stato accanto con lealtà e vicinanza».

Le prime mosse saranno dedicate al dialogo con le organizzazioni agricole e sindacali, con l’obiettivo di ricostruire fiducia e trasformare gli aiuti in riforme strutturali capaci di garantire stabilità al comparto. A sostenerlo, gli applausi della Lega: l’europarlamentare Raffaele Stancanelli parla di «un valore aggiunto per la Regione», mentre il segretario Matteo Salvini esprime soddisfazione: «Bentornato a Sammartino e grazie a Salvatore Barbagallo per l’ottimo lavoro. Orgogliosi delle donne e degli uomini della Lega siciliana, sempre più numerosi e decisivi in una terra che col Ponte sullo Stretto avrà una grande e meritata occasione di rilancio».

Non manca, però, la voce dell’opposizione. Stefania Campo del Movimento 5 Stelle solleva la questione etica: «È stato nominato con una tempistica incredibile, perché adesso ci apprestiamo a votare le variazioni quater e lui è entrato in campo proprio in un momento in cui potrà gestire nuovamente ingenti fondi. Magari si poteva aspettare anche la conclusione della sua vicenda, sarebbe stato senz’altro più opportuno». Il primo banco di prova sarà proprio la manovra quater, ancora bloccata in commissione Bilancio. Gli emendamenti aggiuntivi restano riservati, su indicazione del presidente Dario Daidone. Nelle prossime ore lo stesso Daidone e l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino incontreranno le opposizioni per tentare di costruire un percorso condiviso. Ma senza un’intesa politica, il rischio è che, salvo le misure essenziali, tutto venga rinviato alla prossima legge di stabilità.

In questo scenario, il rientro di Sammartino assume un peso che va oltre la dimensione personale. È una mossa che ridefinisce gli equilibri della maggioranza e consegna a Schifani una carta decisiva per blindare la stabilità della giunta. Resta da capire se i sorrisi e gli applausi di oggi sapranno resistere alla prova dei fatti e alle tensioni che inevitabilmente accompagneranno i prossimi mesi.

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Redazione