Ristorante (Pixabay) CataniaOggi
La vicenda del regolamento sui dehors a Catania si arricchisce di un nuovo atto: dopo quindici anni di slittamenti, delibere bocciate in Consiglio comunale e un documento predisposto per dicembre 2024 poi accantonato per mancata mediazione con le associazioni di categoria, la questione torna a farsi incandescente. L’inasprimento dei controlli e delle multe da parte della Polizia Locale ha lasciato esercenti e cittadini – in particolare le persone con disabilità e le famiglie con passeggini – in balia dell’incertezza, mentre marciapiedi e vie del centro vengono progressivamente “colonizzati” da elementi d’arredo precari e spesso esteticamente discutibili. Durante la seduta di ieri in commissione Attività produttive, l’assessore Giuseppe Musumeci (Prima l’Italia-Lega), in carica dallo scorso gennaio, ha assicurato che il regolamento “è sostanzialmente completato”: il testo predisposto alla fine del 2024 è stato rivisto per eliminare alcune criticità, ma “resta da definire soltanto un dettaglio” relativo ai pareri della Soprintendenza ai Beni culturali. Musumeci ha avanzato l’ipotesi che tali nulla-osta non siano obbligatori qualora si tratti di dehors chiusi con un incremento di volumetria, un’interpretazione decisamente ardita in una città riconosciuta come patrimonio Unesco.
Il provvedimento, dopo il passaggio in commissione (che ha a disposizione venti giorni per proporre emendamenti), sarà sottoposto al voto in Consiglio comunale. Un punto particolarmente spinoso riguarda l’“autorizzazione edilizia” (il cosiddetto permesso di costruire) per le strutture più complesse, già incluso nel testo di fine 2024 e inevitabile secondo le normative urbanistiche vigenti. Su questa questione è scoppiato un acceso confronto tra Musumeci e il suo predecessore Giuseppe Gelsomino, con battibecchi personali (“lei è mosso da invidia” vs. “sono io a decidere chi resta in carica”) ma senza chiarire se intendano davvero rinunciare o meno all’obbligo del permesso. Non è ancora stato affrontato il capitolo delle pedane, ma resta il fatto che, in attesa di un regolamento definitivo, a pagarne le conseguenze è la città intera: residenti, commercianti e turisti attendono ormai da troppo tempo regole chiare e spazi urbani più vivibili.