Alla Regione Siciliana si torna a parlare di sostegni sociali. Dopo l’approvazione del Rendiconto 2024, arrivata mercoledì scorso, il governo guidato da Renato Schifani ha annunciato un nuovo stanziamento da dieci milioni di euro destinato a rifinanziare il “Contributo di solidarietà” a favore delle famiglie in difficoltà economica. La misura, che negli anni scorsi aveva già garantito un sostegno diretto, torna così al centro della manovra con un emendamento firmato personalmente dal presidente. I fondi appena allocati si sommano ai 30 milioni previsti nel 2022 e a un ulteriore milione aggiunto in seguito, portando il plafond complessivo a oltre 40 milioni. Le risorse, ha chiarito Palazzo d’Orleans, saranno indirizzate a tre grandi capitoli: interventi sociali, incentivi per l’occupazione e gestione delle emergenze. La loro utilizzazione effettiva è attesa per la prossima primavera, non appena l’Assemblea regionale avrà dato il via libera definitivo.
Sul fronte sindacale non mancano richieste di chiarimento. La Cisl Sicilia, attraverso il segretario generale Leonardo La Piana, ha sottolineato la necessità di avviare un tavolo di confronto con imprese e parti sociali, in modo da garantire che i programmi vengano costruiti insieme agli attori del territorio. «Il coinvolgimento delle realtà produttive e delle organizzazioni dei lavoratori – ha ribadito – è fondamentale per tradurre queste risorse in politiche concrete».
Intanto si guarda anche oltre la contingenza. Il tema della programmazione regionale è stato infatti collegato alla transizione ecologica e al ruolo strategico che la Sicilia può giocare come hub energetico nel Mediterraneo. Un obiettivo che, secondo diversi osservatori, dovrà accompagnarsi a una gestione attenta dei fondi e a una pianificazione di lungo respiro.
Sul surplus da oltre due miliardi emerso con l’approvazione del Rendiconto, non sono mancate le polemiche. Il vicepresidente nazionale di Italia Viva, Davide Faraone, ha parlato senza mezzi termini di «artificio contabile», sostenendo che quelle cifre non sarebbero frutto di nuove disponibilità, ma di risorse già vincolate al Pnrr, al Fondo di sviluppo e coesione e alla sanità. «Schifani – ha ironizzato – dice di aver trovato i soldi, ma in realtà non li ha trovati lui». Immediata la replica dell’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino: «Nessun artificio contabile. Abbiamo dichiarato con chiarezza che 2 miliardi sono avanzo libero e senza vincoli. I numeri sono trasparenti e certificati».
In questo scenario, la manovra approvata si muove dunque su due piani: da un lato l’intervento diretto a sostegno delle famiglie più deboli, con un contributo che torna a essere rifinanziato; dall’altro la partita politica sul racconto delle cifre, con il governo regionale deciso a difendere la bontà delle proprie scelte e l’opposizione pronta a mettere in discussione metodo e contenuto. La sfida, per la Sicilia, sarà trasformare i numeri in progetti reali, capaci di incidere su occupazione, coesione sociale e sviluppo. E, soprattutto, di rispondere alle aspettative di chi attende misure immediate per affrontare le difficoltà quotidiane.