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Mafia e carceri, il procuratore Curcio: “I boss continuano a comandare grazie ai cellulari”

Un’intervista pubblicata da Repubblica accende i riflettori su un tema che da anni mina la sicurezza del sistema penitenziario italiano: l’uso dei cellulari nelle carceri da parte dei boss mafiosi. A lanciare l’allarme è il procuratore di Catania, Francesco Curcio, che parla senza mezzi termini di una minaccia capace di annullare gli sforzi delle procure antimafia.

«Il problema dei telefonini in carcere – spiega Curcio – non nasce con il Covid. Già prima del 2019 era all’attenzione della Procura nazionale e del Dap. La pandemia, con le rivolte in diversi istituti, ha solo reso evidente come esistesse un filo diretto tra penitenziari attraverso le chiamate». Alla domanda se si tratti di un’emergenza legata al Sud, il procuratore è netto: «Assolutamente no. È un problema nazionale che riguarda tutte le procure. Se non si risolve a livello centrale, non se ne esce».

Per Curcio, le responsabilità sono chiare: «Devono intervenire il Dap e il ministero della Giustizia. Sono anni che chiediamo risposte, lo abbiamo rappresentato alla commissione antimafia e in tutte le sedi. È ridicolo che un boss possa dare ordini di estorsioni, droga o alleanze criminali direttamente dal carcere». Come entrano i cellulari negli istituti? «Oggi ci sono i droni, ma anche i classici lanci manuali. E poi bisogna ammettere che ci sono compiacenze interne. Su 40mila agenti basta uno infedele. Non è solo un problema di corruzione, che pure esiste ed è endemica: il punto è rendere inutile la disponibilità dei telefonini».

Gli effetti sono devastanti: «Dubito che le organizzazioni mafiose avrebbero la stessa capacità di mantenere gerarchie e nuove affiliazioni se i capi fossero davvero isolati. È grazie ai contatti garantiti dai cellulari che i clan riescono a dirigere traffici di droga e a stringere accordi tra diverse organizzazioni criminali». Un messaggio forte, quello del procuratore di Catania, che ribadisce la necessità di una decisione politica urgente: senza un intervento concreto, la lotta alla mafia rischia di restare sempre un passo indietro.

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Redazione