«Toglieteci questo bavaglio o abbandoneremo l’Aula, oppure occuperemo i banchi degli assessori», sbotta il capogruppo M5S Antonio De Luca dopo che, per la prima volta nella storia dell’Assemblea siciliana, il governo di Renato Schifani applica la tagliola regolamentare che limita gli interventi parlamentari alle sole dichiarazioni di voto; la protesta esplode: Ismaele La Vardera sale imbavagliato sul podio denunciando «una grave lesione della democrazia», Nuccio Di Paola (M5S) e Michele Catanzaro (PD) parlano di «una delle pagine più brutte» mentre Schifani difende la scelta sostenendo che «servono argini all’ostruzionismo»; ma la stessa maggioranza si rivolta e, col voto segreto di almeno dieci franchi tiratori, affonda l’articolo che stanziava fondi a giornali e siti isolani, promessa che il presidente rivendica di voler riproporre in autunno; poco dopo cade anche la norma sui laghetti artificiali contro la siccità, cara alla Lega, replica delle bocciature sui Consorzi di bonifica, e Antonello Cracolici avverte che forzare le regole può rivelarsi controproducente; per evitare altri incidenti viene stralciato l’acquisto dell’immobile di via Cordova da 13,5 milioni, mentre passano i 67 milioni triennali per i dissalatori, 6,3 milioni per le dighe, 45 milioni ai Comuni per gli extracosti dei rifiuti, 4 milioni in più alla legge sulla povertà (Nicola D’Agostino ringrazia il presidente per la «sensibilità», De Luca replica che mancava un milione); luce verde anche alla videosorveglianza urbana, agli scuolabus e a 50 milioni per le strade provinciali; la seduta si chiude per evitare che il voto segreto affossi i 40 milioni destinati a ridurre le liste d’attesa in sanità, articolo accantonato che sarà il primo punto all’ordine del giorno nella ripresa odierna.