Nonostante l’impegno costante delle forze dell’ordine per garantire l’ordine e la sicurezza in città, anche a Catania si registrano episodi che mettono in luce i limiti dell’azione preventiva. La notte tra il 21 e il 22 aprile 2024, quattro giovani catanesi hanno subito un’aggressione brutale fuori da una nota discoteca del centro, una vicenda che ha portato oggi, 12 maggio 2025, all’arresto di due presunti responsabili.
Secondo gli inquirenti, tutto è iniziato all’interno del locale, dove un banale spintone sulla pista da ballo ha provocato una discussione tra i due indagati – un 26enne e un 27enne della provincia di Siracusa – e uno dei giovani presenti. Allontanati dalla sicurezza del locale, anziché desistere, i due avrebbero organizzato una “spedizione punitiva” insieme ad altri complici: armati di tondini di ferro prelevati da una pista ciclabile, sono tornati davanti alla discoteca poco dopo le 3 del mattino, colpendo con spranghe in metallo la vittima iniziale e altri tre ragazzi che la stavano aiutando. La Squadra Mobile di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale, ha condotto indagini tradizionali e tecniche – riconoscimenti fotografici, analisi delle immagini di videosorveglianza e monitoraggio dei profili social dei sospetti – in collaborazione con la III Sezione Investigativa “Reati contro la persona”. Grazie a questo lavoro, il G.I.P. ha emesso il 7 maggio 2025 un’ordinanza cautelare che oggi è stata eseguita dalla Polizia di Stato.
I due indagati, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora con prescrizione di permanenza in casa dalle 20:00 alle 08:00 e all’obbligo di presentarsi quotidianamente alla polizia giudiziaria. Restano ora in attesa dell’evoluzione del processo, nei confronti dei quali si presuppone l’innocenza fino a sentenza definitiva. Catania è da tempo al centro di un potenziamento dei controlli di polizia, con posti di blocco continui e presidi fissi nei luoghi della movida. Eppure, come dimostra questa vicenda, non sempre la presenza delle forze dell’ordine riesce a prevenire quei gesti di violenza che nascono da motivi futili e degenerano in veri e propri raid punitivi. La sfida resta alta: garantire la libertà di divertirsi e di muoversi in sicurezza richiede non solo interventi repressivi, ma anche un impegno educativo e di comunità per fronteggiare alla radice la cultura dell’uso delle armi improvvisate e della vendetta privata.
L’arresto di oggi è un segnale forte del contrasto alle aggressioni, ma rimane la consapevolezza che, in una città viva e dinamica come Catania, la sicurezza è un obiettivo da costruire ogni giorno insieme alle istituzioni, ai gestori dei locali e ai cittadini.