CATANIA – Una grande festa di popolo, segnata da volti e storie che raccontano la vera speranza dei giovani. È stata questa l’atmosfera che ha accolto don Fabio Attard, undicesimo successore di San Giovanni Bosco e da pochi mesi nuovo Rettor Maggiore dei Salesiani, nel cortile dell’Istituto San Francesco di Sales di Cibali. L’incontro, dal titolo emblematico Chiamati a essere speranza, ha riunito oltre un migliaio di persone – studenti, famiglie, religiosi e istituzioni – in uno dei quartieri simbolo di Catania, cuore pulsante di fragilità e potenzialità del Meridione. L’evento, condotto da Salvo La Rosa, ha visto la partecipazione del presidente della Regione Renato Schifani, del sindaco Enrico Trantino, che ha conferito ad Attard la cittadinanza onoraria della città, dell’arcivescovo Luigi Renna e di numerose autorità civili e religiose. Un parterre che ha reso visibile il legame profondo tra la comunità salesiana e la società siciliana. A fare gli onori di casa è stato il capo dell’Ispettorato dei Salesiani di Sicilia, don Domenico Saraniti, che ha ringraziato quanti hanno reso possibile l’incontro.
Nel suo intervento, don Attard ha voluto indicare la strada per i giovani del Sud, troppo spesso costretti a scegliere tra l’emigrazione e il richiamo di economie illegali. Ha parlato dell’imperativo di costruire processi educativi solidi che preparino le nuove generazioni al mondo del lavoro e alla responsabilità civile, perché i ragazzi possano assumere il bene comune come missione sociale e politica. Ha ricordato che l’identità salesiana porta con sé una tensione naturale: incontrare i giovani là dove si trovano, intercettando la loro sete di futuro. Accanto a questo incoraggiamento, il Rettor Maggiore ha affrontato con chiarezza il tema dell’emergenza educativa. Ha osservato che una società che si limita ad assecondare desideri e consumi rischia di sprecare la giovinezza, privandola della sua capacità generativa. Ha ammonito che, dietro la maschera di una falsa libertà, spesso i giovani vengono lasciati senza punti di riferimento, “senza mappe, senza cibo e senza acqua nel deserto delle nostre città”. Per questo, ha richiamato i salesiani e le istituzioni a promuovere vere alleanze educative e pastorali, capaci di ridare ai ragazzi strumenti concreti per crescere.
Il riferimento costante è stato la figura di don Bosco, che vedeva nei giovani il cuore capace di sognare sempre il futuro. Per Attard, il compito della comunità è accompagnare quei sogni, condividere il cammino con le nuove generazioni che, in forme diverse, continuano a chiedere aiuto per costruire un domani dignitoso. Ha definito questa missione “la scelta più urgente e la più nobile” che la società intera possa e debba assumere. Il messaggio finale è stato rivolto direttamente alla città di Catania: un augurio e insieme un invito alle istituzioni civili, religiose e associative ad avere il coraggio della speranza, affinché possano offrire percorsi concreti ai giovani, segni tangibili di futuro e dignità.
Il sindaco Trantino, consegnando la cittadinanza onoraria, ha sottolineato il valore della presenza salesiana per la città, mentre il presidente Schifani ha rimarcato l’impegno della Regione per sostenere progetti educativi e di formazione professionale, come quello della Casa La Salette a San Cristoforo. La visita di don Attard prosegue oggi con due appuntamenti: al mattino al Teatro Metropolitan, dove parteciperà alla festa per il 50° anniversario del Movimento giovanile salesiano, e in serata all’oratorio della Salette, nel quartiere di San Cristoforo, per la festa della Madonna, in uno dei luoghi simbolo delle fragilità sociali. Un calendario che intreccia fede, cultura e impegno civile, nella convinzione che la speranza dei giovani sia davvero il motore del futuro.