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Deputato supplente in Sicilia: tensioni all’Ars e finanziaria nel caos

Via libera al ddl sul deputato supplente, opposizioni all’attacco: «Una finanziaria stravolta»

Palermo. La seduta che si prepara all’Assemblea regionale siciliana rischia di essere soltanto il primo atto di uno scontro destinato a proseguire. Sala d’Ercole, sempre più epicentro delle tensioni tra maggioranza e opposizioni, è chiamata a misurarsi con gli effetti politici del nuovo disegno di legge approvato dal Senato, che introduce in Sicilia la figura del deputato supplente.

Il provvedimento, già votato in passato dall’Ars, dovrà affrontare una doppia lettura perché modifica lo Statuto speciale. La novità prevede che, quando un deputato eletto entra nella squadra degli assessori regionali, la carica parlamentare venga sospesa e sia assegnata a un supplente, garantendo così continuità ai lavori d’Aula.

Secondo i sostenitori del ddl, la riforma rafforzerebbe «stabilità, trasparenza e responsabilità nella politica regionale», come ha spiegato la senatrice di Forza Italia Daniela Ternullo, relatrice del testo. Le opposizioni, invece, leggono nel provvedimento un intervento calibrato per consolidare gli equilibri interni della maggioranza.

Il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cataldi denuncia «la creazione di un meccanismo costruito per approvare in Parlamento quanto serve alla stessa parte politica». Dalle fila del Pd, il senatore Antonio Nicita ironizza: «Il primo deputato supplente di cui ho sentito parlare per la prima volta è stato Pablo Escobar», ricordando quando il re del narcotraffico riuscì a entrare «in supplenza» nel Parlamento colombiano.

Intanto, all’Ars, il clima si fa sempre più rovente. Le opposizioni abbandonano la commissione Bilancio, contestando le modifiche dell’ultima ora alla manovra e parlando di «peggioramento complessivo dei conti» e di proposte «non sostenibili». Gli esponenti di governo provano a difendere l’impianto della legge e a smorzare le tensioni, ma le minoranze denunciano «forzature nei tempi e nelle procedure».

Nel frattempo, arrivano nuove norme “ordinamentali”: 4 milioni per la ristrutturazione di beni confiscati nei Comuni, 10 milioni per le aree a elevato rischio di crisi ambientale e oltre 15 milioni per gli interventi straordinari di pulizia e manutenzione delle strade extraurbane. I lavori proseguono tra interruzioni, sospensioni e continui richiami al regolamento, mentre il confronto politico resta durissimo.

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Redazione