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Crisi alla Regione, Schifani verso la rottura con Cuffaro. La Dc si riunisce a Palermo

Settimana decisiva per la maggioranza regionale. Dopo le rivelazioni dell’inchiesta di Palermo, il governatore valuta la revoca degli assessori della Dc. Intanto il partito convoca una direzione regionale straordinaria per il 19 novembre.

La crisi politica alla Regione Siciliana è arrivata a un punto di svolta. Dopo giorni di riflessione, il presidente Renato Schifani sarebbe pronto a prendere una decisione. Oggi, nella seduta di giunta, il governatore dovrebbe affrontare il nodo politico legato al rapporto con la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro, travolta dalle conseguenze dell’inchiesta della Procura di Palermo. Due gli scenari sul tavolo: la possibile revoca dell’assessora alla Famiglia Nuccia Albano (non indagata), il cui assessorato è finito al centro delle indagini, con la fuoriuscita dell’intera Dc dal governo con l’azzeramento delle deleghe affidate ad Andrea Messina (mai citato nelle carte dell’inchiesta). L’ipotesi di un rimpasto complessivo non è esclusa, ma segnerebbe la rottura definitiva tra Schifani e Cuffaro.

Al centro delle contestazioni, il ruolo dell’ex governatore e leader democristiano, il cui nome ricorre in decine di intercettazioni che evidenziano una presenza costante negli uffici regionali. La dirigente generale Letizia Di Liberti è stata sospesa dall’incarico, mentre la posizione politica di Albano resta sotto osservazione. Schifani, che si dice “umanamente deluso”, sembra deciso a gestire in prima persona le deleghe eventualmente revocate, mantenendo l’interim in attesa di nuovi equilibri.

Parallelamente, la Democrazia Cristiana siciliana annuncia una direzione regionale straordinaria per domenica 19 novembre a Palermo. A convocarla sono i parlamentari regionali del partito – Ignazio Abbate, Salvo Giuffrida, Nuccia Albano, Carlo Auteri, Andrea Messina e Rosellina Marchetta – insieme alla presidente regionale Laura Abbadessa e al segretario regionale Stefano Cirillo. L’incontro si terrà nella sede della segreteria regionale per “riaffermare, con fermezza, la nostra missione al servizio dei siciliani”, dopo il passo indietro dell’ex leader Totò Cuffaro, indagato nell’inchiesta sui presunti appalti pilotati per la quale la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari.

Siamo consapevoli che la fiducia dei cittadini è un bene prezioso e fragile” – scrivono i dirigenti regionali della Dc in una nota congiunta  “per questo la Democrazia Cristiana lavorerà con determinazione per riaffermare i valori popolari e cristiani che hanno segnato la nostra storia e che oggi più che mai devono guidare la nostra azione pubblica. Continueremo a servire la Sicilia con coraggio, nel rispetto delle istituzioni e della verità”.

Nel frattempo, nel centrodestra siciliano si susseguono incontri e telefonate. La proposta di Raffaele Lombardo di azzerare la giunta continua a dividere la coalizione: Tommaso Calderone (Forza Italia) plaude all’idea di “una riflessione profonda”, mentre Luca Sbardella (Fratelli d’Italia) in collisione negli ultimi periodi con il partito di Cuffaro, invita alla prudenza, sottolineando che “non si possono colpire assessori che hanno lavorato bene”. L’alleanza con Fratelli d’Italia a questo punto si rafforza, dopo il crollo dell’asse Dc-Lega. FdI, pur prendendo le distanze da Cuffaro, preferisce una soluzione “mirata” che non metta a rischio la stabilità della coalizione. Con 44 deputati di maggioranza all’Ars, senza i sette della Dc, il centrodestra potrebbe comunque contare su numeri solidi. Ma il tutto non è scontato.

L’opposizione prepara per domani un presidio davanti a Palazzo d’Orléans per chiedere le dimissioni del governatore. Negli stessi minuti, a Palermo, gli indagati dell’inchiesta inizieranno a rispondere ai magistrati. Sarà una settimana di fuoco per Schifani, che dovrà tenere insieme una maggioranza scossa da fratture politiche e personali sempre più profonde.

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Le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva di condanna, nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza. Chiunque voglia esercitare il diritto di replica può farlo nei modi e nei termini previsti dalla legge.

 

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L.P