La partita per la presidenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, che governa gli scali di Palermo, Termini Imerese, Trapani, Licata, Gela e Porto Empedocle, è entrata nella fase decisiva. Il governatore Renato Schifani pretende «continuità gestionale e competenza certificata», ma la designazione formale è nelle mani del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Tra i nomi in lizza spicca l’avvocata ed ex eurodeputata Annalisa Tardino, il cui profilo unisce visione strategica, capacità di mediare fra livelli istituzionali e un fitto network di relazioni internazionali, fattori chiave per agganciare la nuova ondata di fondi europei per la logistica a basse emissioni.
Nel quinquennio trascorso a Bruxelles, Tardino ha seguito la revisione del regolamento TEN-T al fianco della delegazione della Lega. Il risultato più grande, è stato il consolidamento della presenza della Sicilia in ogni maglia della rete transeuropea: dal riconoscimento dell’anello ferroviario meridionale di 430 chilometri – collegamento Caltanissetta-Agrigento-Licata-Gela-Pozzallo-Siracusa inserito fra le tratte da finanziare entro il 2050 – alla difesa del Ponte sullo Stretto quale collegamento strategico sia stradale sia ferroviario, passando per l’inquadramento dell’aeroporto di Catania come nodo intermodale di rango europeo e per la proposta di un “cluster” coordinato dei principali porti siciliani, pensato per uniformare standard operativi e attrarre traffici su scala mediterranea. Il sostegno di Salvini, in veste di ministro e vicepresidente del Consiglio, ha blindato tali correttivi nelle mappe definitive approvate da Parlamento e Consiglio UE.
Parallelamente, la sinergia con i colleghi al Parlamento nazionale ha prodotto, nel 2023, l’emendamento al decreto di riorganizzazione delle Autorità di sistema: Licata e due scali di Gela sono passati sotto la giurisdizione occidentale, liberando circa 200 milioni di euro per dragaggi, banchine e servizi crocieristici inseriti nel piano presentato dall’uscente Pasqualino Monti. Il provvedimento conferma la capacità di raccordare risorse europee e fondi statali in un unico percorso di sviluppo.
La geografia TEN-T vede Palermo porto di rete centrale e Catania – insieme con Augusta, sotto l’Autorità orientale – porto di rete complessiva. L’anello ferroviario meridionale colma ora il vuoto logistico della costa sud, allineando Licata, Gela, Pozzallo e Siracusa ai corridoi continentali senza alterare il ruolo dei due hub storici già agganciati alla direttrice Scandinavo-Mediterranea. Chi succederà a Monti dovrà incrociare questi programmi con la ZES Sud e con la finestra di finanziamento 2028-2034 del Connecting Europe Facility, trasformando le linee di principio in cantieri e posti di lavoro.
Schifani e Salvini condividono l’urgenza di una guida pronta all’uso: l’UE sta varando il pacchetto “trasporto decarbonizzato” e i progetti che non partono in tempo rischiano di finire in coda. Servono, dunque, competenze tecniche ma anche doti di mediazione con operatori privati, comprensione dei meccanismi comunitari e credibilità nei consessi internazionali dove si ripartiscono i fondi su carburanti verdi, idrogeno marino e digitalizzazione delle catene logistiche. È su questo terreno che il curriculum europeo di Tardino – contatti con la DG Move, conoscenza dei coordinatori dei corridoi, esperienza negoziale sul pacchetto “FuelEU Maritime” e sulla sicurezza portuale – si differenzia da profili più strettamente amministrativi.
Se la nomina arrivasse a breve, il nuovo vertice si troverebbe davanti dossier ad alta priorità: definizione dei progetti esecutivi per i porti minori, avvio del sistema ERTMS sulla Palermo-Catania-Messina, integrazione del traffico merci con l’aeroporto di Catania e gestione del cantiere Ponte sullo Stretto, che imporrà un coordinamento quotidiano tra lavori a terra e flussi marittimi. In questo contesto, l’esperienza maturata sui tavoli UE può ridurre al minimo i tempi di rodaggio e massimizzare le ricadute di una stagione in cui i fondi premiano la coerenza fra porto, ferrovia, strada e intermodalità a “zero emissioni”.