Arrivano dal ministero della Salute 25 milioni di euro destinati alla Regione Siciliana per l’attivazione dei numeri sanitari 116 e 117, linee pensate per rispondere alle richieste non urgenti dei cittadini. Un progetto che potrebbe dare respiro a centinaia di ex dipendenti Almaviva, rimasti senza occupazione dopo la chiusura del call center. Sul tavolo c’è l’ipotesi di impiegare circa 130 lavoratori, poco più di un terzo dei 387 rimasti disoccupati. Non abbastanza per coprire l’intero bacino, ma comunque un primo passo. Proprio questo limite ha acceso il confronto fra sindacati, Regione e ministero: i rappresentanti dei lavoratori chiedono una “corsia preferenziale” per garantire il reinserimento di chi è fuori anche dalla cassa integrazione.
Cautela arriva pure dalla politica. L’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo, sottolinea che «il progetto dei numeri 116-117 ha avuto il via libera dal ministero e rappresenta una grande occasione per mettere a sistema un servizio fondamentale per i cittadini». I tempi sarebbero già stati fissati: entro fine ottobre dovrebbero essere consegnati i locali destinati alle due centrali operative, una all’ospedale Civico di Palermo e l’altra al Cannizzaro di Catania, per avviare il servizio.
Il piano, sostenuto dal governo Schifani, prevede l’affidamento tramite Consip e potrebbe aprire anche a nuovi finanziamenti. «Stiamo lavorando — aggiunge Tamajo — per reperire altre risorse così da garantire continuità e piena operatività, con il sostegno dell’Assemblea regionale siciliana». Resta però il nodo del futuro per la parte più ampia degli ex Almaviva. «Registriamo un avanzamento, ma mancano ancora dati concreti e tempi certi», osserva il segretario generale della Slc Cgil, ricordando come la partita resti aperta.
Un possibile “piano B” potrebbe arrivare dai progetti di digitalizzazione in sanità, anche se al momento si tratta solo di ipotesi. Nel frattempo, la priorità resta individuare uno strumento che garantisca tutele e prospettive occupazionali a tutti gli ex dipendenti. Il confronto riprenderà il prossimo 9 ottobre, quando si capirà se le prime 130 assunzioni apriranno davvero un percorso di reinserimento o resteranno solo un segnale parziale per un problema ancora irrisolto.