Ferrarini, Mininni (Flai Cgil): "Assurdo licenziamento nostro delegato, va riassunto"
23 febbraio 2021 10:08
#sindacato
Roma, 23 feb. (Labitalia) - "Quanto accaduto è assurdo, non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere. Abbiamo avuto altre aziende in situazioni simili alla Ferrarini, ma non si è mai arrivati a licenziare un lavoratore e delegato sindacale. E poi solo perchè ha detto pubblicamente di volere svolgere il proprio lavoro, senza prendere posizione a favore di una o l'altra cordata che sono in ballo per acquisire la Ferrarini. Ma l'azienda deve sapere che non finisce qui, Nicola Comparato non è solo e noi non ci fermeremo fino a quando non riavrà il suo posto di lavoro". Così, con Adnkronos/Labitalia, Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil, racconta la vicenda di Nicola Comparato, delegato sindacale della Flai Cgil di Parma, licenziato lo scorso gennaio dalla Ferrarini per insubordinazione ai suoi superiori. Un marchio, quello della Ferrarini, che fa parte della storia dell'agroalimentare italiano, ma che oggi si trova in concordato preventivo, oberata da centinaia di milioni di euro di debiti, e nel pieno di una battaglia legale tra le due cordate che puntano ad acquisirlo. E in questa situazione, sottolinea Mininni, si inserisce la vicenda che riguarda Nicola Comparato, che nel frattempo, con lo slogan 'Siamo tutti Nicola Comparato', ha ricevuto solidarietà da Nord a Sud del Paese. "Nicola -spiega- Mininni ha pagato per la sua correttezza, ha subito continue pressioni dalla proprietà e dai suoi superiori affinchè sostenesse tra i lavoratori una delle due cordate che puntano ad acquisire l'azienda, quella Pini-Amco, rispetto a quella capeggiata da Bonterre. Lui non ha ceduto, ha subito pressioni, ci ha messo la faccia con interventi pubblici, fino a quando a fine novembre non ha avuto una discussione con un suo superiore. Da lì prima la sospensione e poi il licenziamento assolutamente pretestuoso, solo perchè, ribadisco, Nicola chiedeva che i lavoratori non fossero messi in mezzo. A decidere tra le due cordate deve essere il tribunale, non certo i lavoratori o il sindacato", spiega ancora Mininni. Anche perchè, sottolinea il sindacalista, "noi, in situazioni di questo tipo, non sosteniamo mai una cordata rispetto all'altra". "Non è il nostro compito, e Nicola ha seguito la linea del sindacato. E Ferrarini deve sapere che noi non ci fermiamo qui, Nicola non resterà mai solo, e deve riavere il suo posto di lavoro", aggiunge ancora il leader sindacale. Ma a lasciare di stucco il sindacato è anche il fatto che "tutto questo sia avvenuto in un'azienda la cui proprietaria Lisa Ferrarini, è stata anche vicepresidente di Confindustria e dovrebbe quindi conoscere le regole delle relazioni industriali e sindacali, e invece abbiamo visto una logica assolutamente padronale, con appunto il padrone che vuole influenzare il libero pensiero dei lavoratori e del sindacato", rimarca ancora Mininni. Ma, ricorda Mininni, "questa è anche l'azienda che all'epoca del Referendum di Renzi faceva pressioni sui lavoratori affinchè votassero per il Sì, e quindi non ci sorprendiamo". Ma per il sindacalista ciò che conta oggi "è che Nicola Comparato venga riassunto". "Noi siamo pronti a tutto, alla battaglia giudiziaria, non ci fermeremo fino a quando non verrà fatta giustizia", conclude.
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