Covid-19: tassi fino al 120%
ad un ristoratore in crisi, arrestato 33enne
di Redazione :: 29 ottobre 2020 14:41
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Un presunto usuraio applicava tassi fino al 120% ad un ristoratore in crisi per l'emergenza Covid. La Gdf di Catania ha arrestato in flagranza di reato per il reato di usura, aggravata dal metodo mafioso, Giuseppe Luigi Celi 33 anni, nato e residente a Catania. Nell’ambito della stessa operazione è stato denunciato il padre di Luigi, per illecita detenzione di una pistola e il possesso di 40 cartucce. Le indagini, effettuate dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania, sono iniziate dall’esame della posizione economico e finanziaria di un imprenditore catanese attivo nel settore della ristorazione, in forte difficoltà anche a seguito della contrazione legata alla nota emergenza epidemiologica in atto. In particolare, a seguito delle attività di indagini svolte dalle unità specializzate del G.I.C.O. di Catania, è emerso che l’imprenditore aveva nel tempo maturato una esposizione debitoria nei confronti di Celi, caratterizzata da elevati tassi usurari.
Sarebbe stato accertato, secondo l'accusa, Celi aveva prestato, in più tranche a partire da febbraio di quest’anno, 3500 euro al ristoratore catanese, che li aveva utilizzati anche per la prosecuzione dell’attività economica: a fronte di tale prestito, l’imprenditore doveva restituire rate con l’applicazione di un tasso d’interesse usurario superiore al 120% su base annua. Una volta acquisito un solido quadro indiziario, è stato così disposto apposito intervento operativo da parte dei militari della Guardia di finanza in concomitanza del pagamento dell’ultima rata del prestito, che è avvenuta presso un distributore di benzina a Misterbianco. Constatato il pagamento della rata, sono state effettuate le perquisizioni domiciliari, che hanno permesso di rinvenire a casa di Giuseppe Luigi Celi mille euro in contanti, le agende, “pizzini” e documenti relativi alla “contabilità in nero” attestante il prestito usuraio, tutti sottoposti a sequestro.
Inoltre, in ragione delle accertate, plurime frequentazioni con soggetti appartenenti alle famiglie mafiose del clan Santapaola-Ercolano, a Celi, sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, è stata contestata l’aggravante di aver agito con metodo mafioso, in aggiunta alle circostanze aggravanti relative al fatto che il reato di usura sia stato commesso a danno di un imprenditore, in difficoltà economica. Le attività di perquisizione domiciliare sono poi proseguite a casa di Antonino Celi, padre di Luigi, dove è stata rinvenuta una pistola, illecitamente detenuta, e 40 cartucce. Antonino Celi è stato così denunciato per illecita detenzione di armi da fuoco, mentre la pistola e le cartucce sono state sottoposte a sequestro. La ricostruzione effettuata da questo Ufficio e dalla Guardia di finanza di Catania è stata avallata dal GIP presso il locale Tribunale, che ha convalidato l’arresto di Giuseppe Luigi Celi per il delitto di usura - aggravato sia dal metodo mafioso sia dal fatto che il reato sia avvenuto a danno di imprenditore, approfittando della difficoltà economica - e ha disposto nei confronti dello stesso Celi la misura della custodia cautelare in carcere.

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