Catania, blitz della polizia
contro organizzazione criminale nigeriana
di Alfio Musarra :: pubblicato il 25 luglio 2020 08:32 :: aggiornato il 27 luglio 2020 08:31
![Catania, blitz della polizia contro organizzazione criminale [...] Catania, blitz della polizia contro organizzazione criminale [...]](https://www.cataniaoggi.it/uploads/media/1481/catania-blitz-della-polizia-contro-organizzazione-criminale-nigeriana.jpg)
Su delega della Procura di Catania, gli agenti della Polizia di Stato hanno eseguito un decreto di fermo nei confronti di 28 persone, prevalentemente nigeriane, appartenenti alla confraternita cultista dei Maphite, organizzazione criminale transnazionale con sede in Nigeria e basi nei paesi europei e in diverse regioni italiane. Il 21 luglio è stata decapitata la cellula operativa siciliana 'Family Light house of Sicily', fermando il capo - il Don -, i responsabili di zona e altri sodali rintracciati nel resto della penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile documentare diversi summit notturni tra i vertici.
Il capo della Procura Carmelo Zuccaro, prima di rendere noto i particolari dell’operazione, ha voluto ringraziare il Questore di Catania Mario Della Cioppa, “straordinario funzionario dello Stato che ha saputo impartire un intensità di lavoro che per molto tempo Catania non ha conosciuto”. Un bravo organizzatore delle varie articolazioni della Questura di Catania, mettendo a capo dei vari uffici, persone veramente all’altezza della situazione di Catania, una città che merita la massima attenzione da parte delle istituzioni statali, per la situazione difficile che deve contrastare”.
“Un operazione importante, ha detto il capo della Procura. La Procura nazionale antimafia e l’antiterrorismo, hanno detto che l’operazione di oggi, fa compiere un salto qualitativo di conoscenza sul fenomeno della criminalità nigeriana, diffuso in tutta Italia, particolarmente insidioso”.
Un bagaglio conoscitivo, grazie alle indagini coordinate da un gruppo dedicato della Procura guidato dal Sostituto procuratore Lina Trovato. Le indagini sono state avviate grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che apparteneva ad un'altra associazione "The Supreme Eiye Confraternity (Sec)", durate poco più di un anno, si sono avvalse delle intercettazioni telefoniche su un centinaio di utenze. Grazie alla collaborazione di interpreti esperti si è ricostruita l'organizzazione mafiosa fortemente gerarchica che consentiva l'ingresso solo dopo un rito di affiliazione.
Gli appartenenti al Cult "Maphiste" della famiglia Lighthouse of Sicily controllavano un importante traffico di stupefacenti. Le riunioni segrete sono proseguite anche nel periodo del lockdown durante l'emergenza Covid. L'organizzazione che si era radicata in Sicilia nel 2016 poteva contare su ramificazioni di altri affiliati in diverse parti d'Europa.
A novembre del 2016 ci fu uno scontro avvenuto proprio Catana tra i massimi esponenti dei "Maphiste" siciliani, Ede Osagiede detto Babanè e Godwin Evbobuin detto Volte, e i massimi esponenti del "Cult Black Axe", determinato dalla esigenza delle due organizzazioni rivali di affermare il proprio predominio sul territorio. L'articolazione siciliana dei "Maphiste" non risultava tuttavia presente solo a Catania, ma in diverse zone della Regione, precisamente a Caltanissetta, Palermo e Messina. Il sostituto Procuratore Lina Trovato a capo del gruppo che ha coordinato le indagini, ha spiegato che il gruppo operava in una strategia di inabissamento, dalle intercettazioni, si è scoperto che indagati si sentivano braccati. "Perché l’attività di polizia in Italia è eccessivamente opprimente". “L’Italia è diventata il paese della galera”.
Un altro dato, è la contaminazione del mercato, e degli affari con gli italiani. Il gruppo era in grado di fare arrivare eroina in Italia a prezzi concorrenziali. Per questo motivo avevano molti clienti italiani. Ma no come assuntori, ma soggetti su un livello alto per quanto riguarda il lo spaccio della droga. Nelle indagini, anche accordi tra criminalità nigeriana e italiana.
Evbobuin Godwin detto Volte e Osagiede Ede detto Babanè risultavano gestire una intensa attività di narcotraffico: gli stessi risultavano avere comuni canali di approvvigionamento ed esser talvolta cointeressati alla medesima operazione economica, sebbene fossero dediti ad un proprio mercato condotto e controllato svolto rispettivamente da Volte sulla piazza di Catania e da Babanè su quella di Caltanissetta. Nel corso dell'Operazione i provvedimenti sono stati notificati a Godwin Evbobuin, 37 anni; a Catania sono stati arrestati Osaretin Idehen, 44 anni, Ernest Igbineweka, 27 anni, Antonio Mannino, 56 anni, Domenico Mannino, 31 anni, Salvatore Mannino, 30 anni. A Messina sono stati arrestati Benedict John, 29 anni, Oscar Akhuams, 36 anni. A Caltanissetta sono stati arrestati Ede Osagiede, 35 anni, Lamin Njie, 36 anni, Eorhbor Edith 25 anni, Victor Omon Inegbenekhian 49 anni, Joseph Uvwo, 43 anni, Cristian Monday 21 anni, Hope Sylvester hope 30 anni, OdionOmondiagbe, 21 anni, Prince Gyamfi Kosi 45 anni, Insua, Murana, 22 anni. A Palermo sono stati arrestati Nosa Omoragbon, 38 anni, Ibrahim Alhassan 33 anni, Lucky Rueben lucky, 31 anni. A Schiavone (Cs) sono stati arrestati Joy Payos, 38 anni e Godday Osas 25 anni. Stanley Kelechi Ozuigbo, 38 anni arrestato a Roma, Wisdom Monday, 22 anni arrestato a Firenze e Godstime Abumen, 24 anni arrestato a Vicenza.

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