Anno Giudiziario a Catania,
"rilevante il numero dei procedimenti sulla criminalita' organizzata"
di Redazione :: pubblicato il 01 febbraio 2020 13:59 :: aggiornato il 02 febbraio 2020 19:05
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"In termini di giustizia penale, rilevante rimane il numero dei procedimenti che riguardano fatti di criminalita' organizzata. In particolare, l'attivita' di Cosa nostra nel Distretto di Catania non appare finalizzata a perseguire il monopolio dell'attivita' criminale di basso, mirando piuttosto alla gestione di attivita' economiche particolarmente redditizie ma di difficile individuazione". Lo ha detto il presidente della Corte d'Appello Giuseppe Meliado' inaugurando l'Anno Giudiziario di Catania.
"Tra queste - ha sottolineato il presidente della Corte d'Appello - la gestione legale tramite prestanome di esercizi commerciali, l'assegnazione di pubblici appalti, la gestione dei rifiuti, le scommesse, anche on line, con le conseguenti opportunita' di ripulitura e di reinvestimento, anche su scala internazionale, dei capitali illecitamente perseguiti e una sistematica infiltrazione nel settore economico, che finisce per depotenziare ed escludere dal mercato l'iniziativa imprenditoriale sana. Non vengono trascurati i settori di tradizionale interesse come il traffico di stupefacenti su larga scala, le estorsioni e l'usura, strumenti mediante i quali si riafferma il controllo sul territorio e si ottengono risorse da destinare al mantenimento in carcere. Le operazioni investigative - ha detto il presidente - hanno portato all'applicazione di misure cautelari custodiali a carico di 570 persone indagate per delitti di associazione mafiosa, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e al sequestro di 696 beni".

La Protesta dei penalisti
"Continuano a essere allarmanti e costanti i reati contro la persona e, in particolare, nei confronti delle donne: 2908 procedimenti nell'anno decorso a fronte di 2498 iscrizioni nel periodo precedente". Lo ha detto il presidente della Corte d'Appello Giuseppe Meliadò inaugurando l'Anno giudiziario di Catania. "Dati che - ha aggiunto- tuttavia, confermano la maggiore consapevolezza maturata dalle vittime circa la necessita' della denuncia per interrompere il circuito della violenza domestica e, al tempo stesso, l'efficacia della risposta giudiziaria rispetto alla richiesta di tutela, con l'adozione in tempi ristretti delle misure cautelari necessarie, con tempi medi di 15-20 giorni per provvedimento, e l'inserimento della vittima nella rete istituzionale di sostegno e di tutela". "Sensibilmente aumentato - ha proseguito Meliadò - e' il flusso dei reati contro il patrimonio, specie nei circondari di Siracusa e Ragusa e l'aumento delle truffe informatiche".
Il Presidente della Corte d'Appello ha infine ricordato il raddoppio delle "iscrizioni dei processi penali a carico di persone minorenni, passate da 802 a 1692, prevalentemente per reati contro il patrimonio, la persona e l'incolumita' pubblica e che fanno emergere una criminalità minorile che sempre più si inserisce in un contesto di radicata delinquenza. Costante e' anche il flusso dei reati contro la pubblica amministrazione, i reati finanziari e fallimentari". "Lo stato dell'amministrazione della giustizia risente di un operoso contesto e riflette una inclinazione al cambiamento, con segnali di miglioramento, specie in ordine ai tempi della durata dei processi, incoraggianti e sicuramente percepibili e che il permanere di risalenti criticità non riesce ad offuscare". "Sono pienamente convinto - ha aggiunto - che lo spirito di servizio dei magistrati non avrebbe prodotto analoghi risultati, se non fosse stato indirizzato in precise scelte organizzative e graduato secondo plausibili obiettivi e priorità".
"E non e' un caso - ha proseguito- che i risultati conseguiti si siano prodotti nonostante i persistenti vuoti di organico del personale della magistratura, che continuano ad affliggere, in misura maggiore o minore, tutti gli uffici del Distretto, ed in particolare gli uffici periferici, e le carenze d'organico del personale amministrativo". "L'annus horribilis' della magistratura italiana può costituire solo un'occasione di rammarico per quel che e'avvenuto oppure un'occasione di miglioramento per riconoscere i meriti e rimuovere le crepe del sistema. La scelta tra queste alternative sta tutta nella capacita'di seria riforma che sapranno esprimere le istituzioni, nella volontà' in altri termini, di superare la tendenza ampiamente praticata al mero dileggio o alla apologetica difesa dell'esistente". "Su questi temi - ha infine aggiunto - il dialogo e l'azione comune tra la magistratura e l'avvocatura sono, comunque, l'unica via praticabile".
"Abbiamo il dovere della chiarezza, della denuncia, della nettezza delle posizioni, senza il timore di apparire irriverenti se diciamo che la Giustizia non funziona, che il re è nudo. Non si tratta affatto di ricercare soluzioni che conculchino diritti o impongano sanzioni ingiuste, ma solo di garantire un risultato minimo: la fisiologica celebrazione dei giudizi". Lo ha affermato il componente del Csm Sebastiano Ardita, a Catania, sottolineando che "per questo appare irricevibile ed inqualificabile l'atto di ostracismo che giunge dalla Camera Penale di Milano nei confronti di Piercamillo Davigo ed altrettanto incomprensibili le prese di distanze che arrivano anche dall'interno o gli inviti alla moderazione che sanno di vecchio regime consociativo".
"La giustizia - ha aggiunto - soffre per la presenza di corporazioni e di potentati - non solo esterni ma anche interni alla magistratura - abbiamo bisogno di confronto, di dibattito, di fresco profumo di liberta', non di censure o di messe al bando".
E' stata caratterizzata dalla protesta degli avvocati penalisti la cerimonia di inaugurazione dell'Anno Giudiziario di Catania. Alcuni legali, durante il discorso del rappresentante del ministero della Giustizia, hanno sventolato, stando in piedi, i testi del Codice Penale, altri hanno abbandonato il Tribunale. Alla cerimonia non hanno partecipato ne' i rappresentanti di 'Avvocati Liberi' ne' i colleghi del Tribunale di Siracusa. Il dissenso e' scaturito dalla situazione che si e' venuta a determinare con i vuoti nell'organico dei magistrati in servizio al tribunale e del personale amministrativo e "sottolinea anche il disagio dell'intera classe forense nei confronti della recente riforma sulla prescrizione"

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